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Attualita

20 anni di attesa per un posto di lavoro, bastano?

By Settembre 8, 20118 Comments

– Pronto… –

– Si, buongiorno lei è il sig. Roberto M.? –

– Sì sono io chi parla? –

– E’ il comune di Parma, lei aveva fatto un concorso per una cattedra di educazione fisica nel ’92? –

Qualche istante di attesa… giusto per tornare con la mente a vent’anni fa… – Sì, ora che mi ci fa pensare credo proprio di sì. Perchè me lo chiede? –

– Sono felice di informarla che le è stata assegnata! –

Attimi di silenzio. – Ah, Adesso! Beh comunque non la voglio, dia la bella notizia al prossimo in graduatoria –

– Scusi? Intende non accettarlo? Ma guardi che è un posto a tempo indeterminato. Una cattedra di ruolo presso un istituto superiore, nella sua città! Ci pensi bene, con i tempi che corrono… –

Venti minuti di telefonata per cercare di convincere la persona a non rinunciare un’opportunità così! E invece, il nostro amico Roberto ha ceduto il suo privilegio (acquisito in oltre vent’anni di attesa) al prossimo della lista.

Ora, rifletto su due cose:

– la prima, quella più assurda, riguarda i tempi. Dopo vent’anni gli comunicano che finalmente c’è una cattedra per lui. Ora che di anni ne ha 48… ma non era meglio dargliela quando ne aveva 28? Che doveva costruirsi una famiglia, comprare casa, ecc? Mah! Comunque sia, spero che si tratti di un caso isolato e che non accada di frequente altrimenti significa che siamo davvero messi male.

– la seconda riguarda l’incredulità dell’operatore che non voleva credere che lui rifiutasse l’incarico. Difficile pensare che in 20 anni uno sia stato con le mani in mano, giusto? Quindi forse può essere che nel frattempo la persona si sia creato una sua posizione professionale che preferisce non mollare di punto in bianco… Magari addirittura si tratta di una professione che gli piace di più, che lo gratifica maggiormente e che non baratterebbe con una cattedra di educazione fisica (con tutto rispetto ovviamente).

Un lavoro non è solo “un posto di lavoro” per ottenere uno stipendio. Un lavoro può essere qualcosa che ti permette di realizzarti e magari anche di essere socialmente utile; un’opportunità per esprimere il tuo talento e soddisfare le tue aspirazioni; l’occasione per vivere ogni giorno con totale passione.

Sorrido all’idea di questa telefonata un po’ surreale. Sono felice per la persona che accetterà volentieri l’offerta vedendo in essa finalmente la tranquillità che stava cercando; e sono felice per Roberto perchè ha il privilegio di svolgere una professione attraverso la quale realizza le sue aspirazioni.

Vuoi sapere di che si occupa? Fa il Mental Coach, ovviamente!

Livio

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Join the discussion 8 Comments

  • Fabio ha detto:

    Grazie Livio, una bella storia per capire che stare ad “aspettare” che qualcuno ci dia la “sicurezza”, senza noi entrare in azione, può voler dire non vedere nuove opportunità con cui possiamo realizzare una vita fantastica.

  • Alle ha detto:

    hahahahahaha :-)))))) questa è meravigliosa!!!!!!!!

  • Patrizia ha detto:

    Ciao, Silvio.
    Di questa storia, la nota che mi sembra più amara, è proprio l’atteggiamento dell’operatore. Rispecchia un certo tipo di mentalità che talvolta mi pare di percepire in alcuni discorsi. E mi spaventa. Sembra che di fronte a una qualsiasi opportunità lavorativa, ci si debba inchinare a priori. “Un posto a tempo indeterminato!” “Con i tempi che corrono…” e non c’è via di scampo…
    E invece credo ci sia una via di scampo, soprattutto in questo caso: ci sono 20 anni di scelta quotidiana, compresa quella fatta rispondendo “NO” a questa bizzarra proposta di lavoro.
    La nota più dolce? Proprio il “NO” di Roberto e il lavoro che ha scelto di fare…

  • Patrizia ha detto:

    Ops! Livio, perdonami… ho fatto un mix con il tuo nome 🙁 Livio… non Silvio… eh!

  • Il problema è che le persone sono state cresciute con l’idea del posto fisso, ma aspettare un lavoro non ha senso. Non ha senso nemmeno cercarselo. Secondo me ormai ha senso crearselo, il lavoro.

  • n icoletta ha detto:

    fantastica! da questo racconto risulta evidente che le occasioni mancate vanno festeggiate perché si possono trasformare in trampolini di lancio verso nuove e migliori opportunità. la differenza la fa sempre e solo l’atteggiamento del protagonista della storia. 🙂

  • paolo ha detto:

    Manca a mio avviso un’altra riflessione. Ma tutti quelli che non trovano un lavoro diventano mental coach?

  • michele ha detto:

    ma…non ho parole!

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