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Ieri mattina, durante l’Elite, un corsista ci ha raccontato un episodio della sua infanzia in cui ritiene di aver subito una forma di trauma emotivo, dal quale si è generata la convinzione di non sentirsi amato.
L’episodio in questione risale a quando lui aveva circa tre anni (ora ne ha venticinque). I suoi genitori lo portarono dai nonni, e senza dirgli nulla se ne andarono lasciandolo in custodia per l’intera giornata. All’apparenza nulla di grave, ma nella realtà, quando quel bimbo di tre anni si accorse che i genitori non erano più lì con lui, pensò che lo avessero abbandonato e quindi che non lo amassero più. L’effetto di quell’episodio si ripercosse negli anni sulle sue credenze più profonde generando poca autostima, poca fiducia nelle proprie capacità, ed insicurezza di fondo.
Alle volte basta davvero poco per influenzare profondamente un bimbo. Cose alle quali noi adulti non diamo importanza per loro possono rappresentare pilastri fondamentali.
Ora, la piccola Alice (mia figlia) ha proprio tre anni. Riuscite ad immaginare a cosa stavo pensando io quando ……(per privacy non scrivo il suo nome) stava raccontando la sua storia? Già! Pensavo a quante volte potrebbe capitare anche a me di non dare peso a piccoli dettagli che per lei potrebbero però avere significati più profondi. Alla fine, forse ho imparato di più io (che almeno a livello formale ero l’istruttore) degli allievi del corso!!!! Ho avuto anch’io una bella coaching, ed una esperienza in più a cui attingere per il mio lavoro di personal coach.
L’episodio in questione risale a quando lui aveva circa tre anni (ora ne ha venticinque). I suoi genitori lo portarono dai nonni, e senza dirgli nulla se ne andarono lasciandolo in custodia per l’intera giornata. All’apparenza nulla di grave, ma nella realtà, quando quel bimbo di tre anni si accorse che i genitori non erano più lì con lui, pensò che lo avessero abbandonato e quindi che non lo amassero più. L’effetto di quell’episodio si ripercosse negli anni sulle sue credenze più profonde generando poca autostima, poca fiducia nelle proprie capacità, ed insicurezza di fondo.
Alle volte basta davvero poco per influenzare profondamente un bimbo. Cose alle quali noi adulti non diamo importanza per loro possono rappresentare pilastri fondamentali.
Ora, la piccola Alice (mia figlia) ha proprio tre anni. Riuscite ad immaginare a cosa stavo pensando io quando ……(per privacy non scrivo il suo nome) stava raccontando la sua storia? Già! Pensavo a quante volte potrebbe capitare anche a me di non dare peso a piccoli dettagli che per lei potrebbero però avere significati più profondi. Alla fine, forse ho imparato di più io (che almeno a livello formale ero l’istruttore) degli allievi del corso!!!! Ho avuto anch’io una bella coaching, ed una esperienza in più a cui attingere per il mio lavoro di personal coach.
Eh già..chissà quanto influenziamo i nostri piccoli, il più delle volte senza neanche rendercene consciamente conto, ecco perchè esiste la scuola steineriana!! 😉
Certo che la tua Aliceè doppiamente fortunata: un papà come te non è cosa da tutti i giorni e dei genitori che ti permettono di crescere con la filosofia steineriana sono, penso, tanto degni di rispetto che di buon esempio!!!
….Livio tra le mie lacrime ve ne è un’unica che passa dal Cuore che sgorga quando sento l’AMORE…..l’ELITE è UN PIANTO DI QUESTE LACRIME,UN PIANTO D’AMORE…. VI VOGLIO BENE…..
felice e grato di aver spiccato il volo….ALE