La fortuna e la sfortuna esistono?
Secondo voi i risultati di una persona o di un team dipendono dalla fortuna?
Io ho imparato a non credere nella fortuna/sfotuna, precisamente dal 22 maggio del 1988, anno in cui ho frequentato il corso di memoria.
Ancora oggi sono un fermo sostenitore della teoria che il nostro destino ce lo disegnamo noi con le nostre stesse mani. Tuttavia la vita in questi anni mi ha insegnato che ci sono delle volte in cui, nonostante tu faccia tutto il necessario per eccellere, qualcosa o qualcuno, rende vani i tuoi sforzi.
Nello sport è un classico: ti prepari, sei carico, determinato e sicuro, ed in campo domini la partita, ma…niente da fare, e all’ultimo minuto la partita ti scivola via dalle mani per un piccolo dettaglio. Alle volte un errore arbitrale o qualcosa di simile.
Le occasionalità esistono e possono essere determinanti nell’immediato, ma sul lungo periodo la fortuna e la sfortuna si bilanciano sempre. La questione è che bisogna stare pronti per cogliere i momenti e le opportunità giuste. Chi rimane in attesa di un segnale della sorte, spesso non lo ottiene. E’ l’attesa che lo/la frega, non la sorte.
Alle volte il vento ci soffia contro ed è difficile navigare a vela contro vento. In questa situazione sembra che tutto vada storto. Per ottenere un piccolo risultato devi profondere un grandissimo impegno ed alle volte, comunque, non ottieni ciò che vuoi. Sfiga? Mah, forse.
Per navigare contro vento devi saperci fare, è impegnativo e rischi di scuffiare. E’ difficile ma non impossibile.
Quando il vento tira contro c’è chi ammaina le vele e attende che il vento cambi direzione, e c’è chi, invece, si impegna a raggiungere comunque la propria meta, e se durante il tragitto il vento cambia direzione…tutto di guadagnato.
La “mia” squadra ieri ha vinto. Erano mesi che il vento gli soffiava contro e c’era bisogno di una boccata di ossigeno. La cosa interessante è che ieri non c’è stata un’inversione di tendenza, nel senso che il vento non ha cambiato ancora la sua direzione. La vittoria è stata un effetto della determinazione e del carattere messi in campo dai ragazzi. Hanno navigato contro vento, rischiando di scuffiare e di rompere l’albero maestro ma alla fine ce l’hanno fatta. Il vento non è cambiato ma sono arrivati comunque alla loro meta. Per ora vincere richiede moltissimo sforzo. C’è un’inerzia negativa che stanno ancora scontando ma prima o dopo dovrà pur finire, no? Arriverà il momento in cui il vento si sposterà e soffierà a nostro favore, allora il rapporto sforzo/risultato cambierà, ne sono sicuro, e con esso arriveranno più vittorie.
"Non esiste niente come fortuna e sfortuna. Esistono solo nessi di causa ed effetto". Lo scrive Roy Martina.
Le nostre azioni danno sempre un risultato. Secondo me, la vita è molto precisa. Anche nelle cose che lì per lì non riusciamo a capire. Non bisogna credere che i risultati siano immediati, e soprattutto che siano quelli che noi ci aspettiamo.
A volte facciamo dei grandi sforzi, e una cosa continua ad andare male. Personalmente, credo che quello sia un segnale preciso che ci invia l’Universo che c’è qualcosa che dobbiamo ancora imparare. Oppure, che non è ancora tempo che quella cosa vada bene.
Tra i due estremi, l’ozio e il superlavoro a testa bassa, secondo me c’è una giusta via di mezzo. Darsi da fare e avere fiducia che tutto quello che accade, ha un senso e accade per un motivo. In tutto questo, fortuna e sfortuna sono fuori dal discorso.
Questa è la mia opinione.
caro gianni, dici che la fortuna e la sfortuna non esistono, che la vita é molto precisa; poi affermi, invece, che é l’universo che ci invia qualcosa che dobbiamo imparare…
Noi non possiamo sapere se fortuna e sfortuna esistono;non ci é dato di sapere, in quanto umani, un sacco di cose. Ciò che appare preciso penso sia, in realtà, come possiamo affrontare i successi e le sconfitte: traendo ESPERIENZA per i successivi sforzi e risultati. E cercando di aggiungere , come condimento, un po’ di ottimismo , pensando che, come ancestralmente invece ci é dato di sapere, solo ad una cosa non c’é rimedio…come teneramente l’amica che ha scritto qualche mail fa sta provando in queste ore…
ciao a tutti
Livio, TU sei la dimostrazione che tutto ciò che la mente umana può desiderare lo può ottenere…
La scorsa settimana, dopo lo scontro diretto della "tua" squadra di serie A hai scritto un intervento parlando dell’amaro calice della sconfitta…La cosa che mi ha profondamente colpito è stato il tuo commento: che non avresti mollato, neanche morto…
Dopo qualche giorno hai scritto entusiasta come un bambino che avevi passato la notte a visionare dvd di grandi campioni per prendere spunto per la tua coaching con la squadra…
Ieri ci hai raccontato con orgoglio: "La "mia" squadra ieri ha vinto…Hanno navigato contro vento, rischiando di scuffiare e di rompere l’albero maestro ma alla fine ce l’hanno fatta. Il vento non è cambiato ma sono arrivati comunque alla loro meta…"
Secondo me il tutto non ha bisogno di commenti… la fortuna e la sfortuna si riescono a gestire grazie alla determinazione e al carattere…
Tu per me sei un formidabile esempio di determinazione e carattere…per me questo blog è fonte di nutrimento…di tanto in tanto faccio un "copia-incolla" di alcuni tuoi interventi, sono pillole di saggezza…e pensare che fino a qualche tempo fa avevo solo gli appunti dell’ELITE…che fortunata che sono!
Ti voglio bene,
con immensa stima e ammirazione…
Caro Anonimo, non riesco a capire il senso della tua obiezione.
Io affermo che fortuna e sfortuna non esistono, e che l’Universo ci invia continuamente "possibilità" di imparare le cose che ci servono. In che modo queste due affermazioni sarebbero in contraddizione, secondo te? Non solo sono due affermazioni perfettamente compatibili, ma ti dirò di più: la prima deriva dalla seconda.
Se noi accettassimo l’ipotesi che ci sia dell’energia universale che ci aiuta nel nostro cammino di vita (anche dandoci dei dispiaceri), allora le naturali conseguenze sarebbero che tutto è preciso, che la "fortuna" non esiste, e che quello che ci accade lo fa per farci evolvere spiritualmente.
Sono riuscito a spiegarmi meglio?
Per quanto riguarda la seconda parte, sull’esperienza da trarre dai propri errori, sono d’accordo con te.