Ho appena scritto un post sui cicli della vita che si susseguono ispirato dall’arrivo della piccola e dolce Yara e, “stranamente”, ieri mi è capitato tra le mani un libro che in qualche modo parla delle stesse cose, ma da una diversa prospettiva: quella degli anziani.
Che casualità, eh?
Il libro si intitola “che cosa ti aspetti da me?” ed è scritto da Lorenzo Licalzi.
E’ la storia di un ex fisico nucleare confinato in una casa di riposo che ripercorre la propria esistenza conscio di essere al termine del proprio cammino esistenziale.
Una delle poche certezze che la vita ci dà è sicuramente quella della vecchiaia, nel senso che, se avremo la fortuna di arrivarci, lei non si dimenticherà di noi. Il nostro corpo invecchierà , perderà forza, elasticità e velocità. Ci incurveremo, la nostra pelle raggrinzerà. Perderemo i denti, e pian piano l’udito e la vista diventeranno sempre meno efficienti. Possiamo far finta di niente e non pensarci, ma questa è la realtà.
La gente non ama la compagnia degli anziani forse proprio perchè rappresentano ciò che gli aspetta nel futuro.
Una cosa che mi capita spesso di fare quando guardo una persona anziana è immaginare com’era in gioventù. Penso: quella persona è stata bambina; come quasi tutti gli adolescenti anche lei ha pensato un giorno di cambiare il mondo; forse anche lei si è sentita addosso così tante energie da sentirsi quasi inarrestabile. Mi chiedo: chissà quante persone, amici, parenti, amori ha visto nascere e morire.
La mente ed il cuore di un anziano sono come un vecchio solaio in cui si è messo un pò di tutto. Ci puoi trovare cose vecchie ed inutili ma anche cose di grandissimo valore che, forse, un giorno, qualcuno guarderà con amore e nostalgia, conoscendone il vero significato.
Dentro ognuno di noi c’è un mondo.