Ieri sera sono andato a Modena a vedere un incontro di pugilato di Clemente Russo (medaglia d’argento alle ultime Olimpiadi). Alla fine dell’incontro mi sono intrattenuto con Clemente, Laura (sua moglie), Pino Maddaloni (suo cognato e fratello di Laura) e Massimiliano (un amico di tutti e tre) chiacchierando proprio di coaching mentale.
Hanno letto il mio libro “Istruzioni per Vincere” e, con mia grande soddisfazione e orgoglio, lo hanno trovato particolarmente utile al fine delle loro prestazioni sportive.
Non ti nascondo che ho provato grande piacere a discorrere con loro soprattutto per l’apertura mentale che hanno manifestato circa l’allenamento mentale e poi perchè ho avuto l’ennesima conferma di come il successo non avvenga a caso ma sia una manifestazione di ciò che noi siamo.
Ma, a parte questo sipario molto piacevole, ho deciso di postare questo articolo perchè parlando con loro mi è venuta in mente una riflessione molto stimolante.
Pino mi spiegava come lo judo abbia rappresentato per lui una scuola di vita incredibile, e questa cosa mi ha fatto emergere un ricordo della mia prima adolescenza.
Ho praticato judo da ragazzino per due-tre anni. Ricordo perfettamente le prime lezioni in cui il mio maestro mi insegnò a cadere. Passai ore intere a cadere: di lato, in avanti e all’indietro. Mi diceva di sbattere le mani con forza durante la caduta così da scaricare energia a terra. Lì per lì non credo di aver capito tutte le sfumature di quell’allenamento ma oggi…. ho gli strumenti per farlo.
Di fatto mi stava insegnando a far bene la cosa che, evidentemente più di qualsiasi altra, avrei sicuramente sperimentato praticando quello sport: cadere!
Nello sport dove l’obiettivo è proiettare al suolo l’avversario, mi stava allenando all’eventualità di venir proiettato a terra a mia volta. Imparare a cadere per non farsi male, visto che accadrà molte volte.
Certo. E’ esattamente ciò che accade nella vita.
Ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che ci butterà a terra, e il nostro compito, se non vorremo rimanere sconfitti, sarà quello di rialzarci. Capisci però che se sai come cadere sarà più facile anche rialzarti?
Cadere è parte del gioco, è parte della vita ed è intelligente imparare a farlo nella maniera più efficace e funzionale possibile.
Ragionavo anche sul fatto fisico di per sè. Nonostante io abbia sempre praticato molti sport e sia caduto tantissime volte, non mi sono mai fatto male e ho motivo di credere che la ragione principale sia che per me è istintivo, una volta realizzato che sto cadendo, farlo in maniera “furba”.
Grazie judo… grazie Pino.
Ottima Livio! Anche io ho fatto judo e so di cosa parli e anche io sono vivo e so cosa significa cadere nella vita….la cosa importante è cadere bene per rialzarsi meglio. 😉
Ho praticato il judo per circa 10 anni e ancora oggi mi porto dietro tutti gli insegnamenti ricevuti. Questa è una disciplina che ti dà un’impostazione mentale e dei valori che saranno tuoi per sempre.
Anch’io come tutti voi ho fatto Judo per un pò di anni e mi ha insegnato molto anche per la vita di tutti i giorni. Se sai cadere bene hai poi l’impostazione e le forze per rialzarti ancora e fare ancora meglio!
La vita presenta sempre delle avversità ma la difficoltà nel rapportarci ad esse e sconfiggerle dipende solo da noi. 😉