Saper lavorare con le sottomodalità è una delle prime abilità che trasmettiamo nella Scuola x Coach ai nostri allievi. Consiste nel cambiare il modo in cui la nostra mente si rappresenta le esperienze che viviamo. Uno dei classici esempi che facciamo è quello del calciatore che deve tirare un rigore e che ha l’impressione che la porta sia più piccola del normale e che il portiere invece sembri più grande. E’ evidente che si tratti “solo” di una percezione, ma noi sappiamo che la nostra mente reagisce non tanto alla realtà oggettiva quanto alla nostra percezione della stessa. Nell’esempio di prima, il calciatore in questione tirerà il suo rigore fortemente influenzato dalla sensazione di non trovare spazi liberi in cui infilare il pallone, e sappiamo per esperienza l’esito che può avere un rigore tirato con la paura di sbagliare.
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LeBron James, astro nascente del basket NBA americano, dopo aver segnato 48 punti in gara 5 contro i Pistons ha dichiarato in una intervista: “Pensavo di avere in mano una pallina da tennis e il canestro sembrava grande come l’oceano”.
Della serie: come la mente può distorcere la realtà!