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Diario

Ammetto la mia stanchezza

By Dicembre 14, 2006One Comment

Che giornata strana. Se non fossi abituato ad usare sempre un linguaggio potenziante e funzionale la definirei “inutile”. Livello di energia bassino e ritmo piuttosto blando. Mi da un po fastidio ammetterlo ma è la verità. Penso di accusare un po di stanchezza e la trasferta di Arma di Taggia è stata solo l’inizio di un tour che finirà il 22 e che prevede 3000 km circa da percorrere in auto nei prossimi 7 giorni. Sarà una sfida notevole.
Sia ben chiaro che non mi sto lamentando (non è proprio parte del mio DNA), sto solo condividendo con voi una presa di coscienza. In altri tempi non lo avrei mai scritto su un blog o comunque reso pubblico. Tutt’ora non mi piace ammettere di essere stanco o a corto di energie, ma anche questo fa parte di un percorso di crescita personale. Accettare i propri limiti e le proprie debolezze oltre ad essere saggio ed onesto, è anche un primo passo per essere più consapevoli, per rimanere con i piedi per terra e per eventualmente cambiare lo stato delle cose. Proprio in questi giorni lo spiegavo ad un paio di tennisti che facevano difficoltà ad accettare i propri errori e le sconfitte, quindi a maggior ragione, io non posso essere da meno.

Bene, ora sono le 18,15 e di consapevolezza circa la mia stanchezza ne ho acquisita abbastanza.
Ora chiudo tutto e me ne vado a casa a giocare un pò con Alice. Me la spupazzo un pò, me la coccolo per bene e poi me ne vado a letto presto (finalmente). Domani si riparte e voglio essere carico come una molla.

Livio

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  • riccardo ha detto:

    Ciao Livio,
    è senz’altro vero che focus e linguaggio sono tra i più potenti strumenti per migliorare il proprio stato d’animo e anche quello fisico. E’ anche vero che chi non manifesta mai momenti di calo rischia di risultare poco simpatico perchè poco simile alla maggior parte delle persone. Troppo spesso e a mio perere erroneamente, si ritiene che la figura di una persona forte fisicamente e psicologicamente sia un riferimento tale da costituire un modello. In realtà se tale modello perde di umanità a causa delle sue costanti peak perfomance le persone prendono le distanze.
    Alle ci ha raccontato di un episodio molto simpatico tra te e Roy Martina. In una pausa di un corso, Roy, campione europeo di arti marziali, ti ha chiesto di fare qualche minuto di combattimento. Durante l’incontro, con un abile mossa, hai scaraventato Roy a terra e lui umilato dall’affronto, si è rivolto di scatto verso di te, con gli occhi carchi di rabbia. In quell’istante, con un lampo di genio, per evitare una sua reazione devastante hai risolto alla grande buttandoti a terra sulla schiena con gambe e braccia rannicchiate, guaiendo come un cagnolino, impaurito da un esemplare di taglia più grossa. Tale immagine ha spezzato lo state di Roy che è scoppiato a ridere.
    Beh, quel racconto ha suscitato la simpatia e l’ammirazione di tutti, credo in misura molto maggiore di un eventule Knock-out a Roy Martina.
    Riconoscere i propri limiti e non prendersi troppo sul serio paradossalmente offre una reale e accattivante immagine di forza a se e agli altri.
    Grazie Livio per i tuoi spunti di riflessione.

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