Partenza strepitosa per Carletto e i suoi ragazzi. 3 a 1 al Siviglia e la supercoppa europea è in Italia.
E’ un buon modo per cominciare la nuova stagione. Come sempre sono felicissimo per Ancelotti che ritengo essere oltre un bravissimo allenatore una persona stupenda.
Merita il successo che sta ottenendo.
Commovente il ricordo di Antonio Puerta ma, come ogni volta, the show must go on, e la vita pure.
Facile per noi, basta addormentarci e riprendere la nostra vita di tutti i giorni.
Mentre scrivo queste righe mi viene in mente una canzone di Umberto Tozzi, secondo me bellissima: “gli altri siamo noi”.
Non so perchè, anzi, sì, lo so. Puerta e la sua famiglia fanno parte “degli altri” come io faccio parte “degli altri” per loro e per quasi tutto il mondo.
Come quando in autostrada passiamo vicino ai resti di due auto coinvolte in un incidente. Il carro attrezzi, l’ambulanza e la polizia che fa i rilievi… pensiamo che fortunatamente non è successo a noi e poi tiriamo dritti per la nostra strada. Una volta mi è capitato il contrario, di fare un incidente e di vedere lo sguardo curioso delle persone che in auto si avvicinavano, guardavano e poi tiravano dritto… in quel caso ero io “l’altro”.
Guardiamo le altre persone per strada e li pensiamo estranei alla nostra vita, e lo stesso probabilmente fanno loro nei nostri confronti. Sono “gli altri”. Siamo “gli altri”. Fino a quando non ci conosciamo e, come diceva Saint Exupèry nel Piccolo Principe, non ci addomestichiamo.
“Gli altri siamo noi”
Non sono stato mai più solo di così
e’ notte ma vorrei che fosse presto lunedì
con gli altri insieme a me per fare la città
con gli altri chiusi in se che si aprono al sole
come fori quando si risvegliano si rivestono
quando escono, partono, arrivano
ci somigliano angeli avvoltoi
come specchi gli occhi nei volti
perché gli altri siamo noi.
I muri vanno giù al soffio di un’idea
Allah come Gesù in chiesa o dentro una moschea
e gli altri siamo noi ma qui sulla stessa via
vigliaccamente eroi lasciamo indietro i pezzi di altri nodi
che ci aspettano e si chiedono
perché nascono e subito muoiono
forse rondini foglie d’Africa
ci sorridono di malinconia
e tutti vittime e carnefici
tanto prima o poi gli altri siamo noi.
Quando cantano
quando piangono
gli altri siamo noi.
In questo mondo gli altri siamo noi
siamo noi siamo noi.
Quando nascono
quando muoiono
gli altri siamo noi.
Gli altri siamo noi
siamo noi siamo noi.
Noi che stiamo in comodi deserti
di appartamenti e di tranquillità
lontani dagli altri
ma tanto prima o poi gli altri siamo noi.
oh oh oh…
in questo mondo piccolo oramai
gli altri siamo noi.
si gli altri siamo noi
fra gli indios e gli indù
ragazzi in farmacie
che ormai non ce la fanno più
famiglie di operai licenziati dai robot
e zingari dell’est in riserve di periferia
siamo tutti vittime e carnefici
tanto prima o poi gli altri siamo noi.
l’ Amazzonia
il Sudafrica
gli altri siamo noi.
in questo mondo gli altri siamo noi
siamo noi siamo noi.
Quando sparano
quando sperano
gli altri siamo noi
in questo mondo piccolo oramai
siano noi siamo noi
gli altri siamo noi
gli altri siamo noi
in questo mondo gli altri siamo noi
gli altri siamo noi.
L’estraneità é una condizione della vita; a volte cercata, una difesa dalle intemperie emotive, belle e brutte.
Certo la morte di Antonio Puerta lascia, seppur con estraneità, tristi; anche preoccupati, fino a quando non si daranno i connotati giusti ai fatti strettamente medici.
L’estraneità ci rende animali selvatici, per gli altri…non sempre un selvatico può diventare domestico, forse perché la sua natura é forte…fino a quando ,magari, non si incontrano domatori particolarmente sensibili…
siamo tutti un po’ selvatici, in fondo, e a volte domatori, e qui sta secondo me una delle cose belle della vita..
Non mi era mai capitato di soffermarmi sulle parole della canzone di Tozzi che hai citato; é vero , sono molto belle….
ciao Livio
bel pezzo, peccato che tozzi umberto (tras)metta una gran tristezza.