Mi trovo a Napoli, all’Holiday Inn di Castelvolturno. Il resort è bello, ampia piscina, vista mare e campo da golf intorno. Oggi mi sarei fatto volentieri una corsetta sulla spiaggia ma il mal di schiena mi ha dissuaso…
Ho optato per un pò di stratching ed ho lavorato al computer su un paio di progetti che avevo in arretrato.
Mentre facevo allungamento e nel frattempo messaggiavo con alcuni “cocchati” (non so mai come chiamare i clienti con cui faccio coaching, avete idee da propormi? ;-)), ho pensato a lungo alle emozioni che in questo periodo provo con discreta frequenza. Sono emozioni legate ad un momento attuale in cui devo prendere alcune decisioni professionalmente importanti. L’istinto mi dice una cosa che razionalmente, per motivi che ancora devo sviscerare, non vorrei fare. Anzi in realtà è il contrario, cioè razionalmente vorrei fare una cosa, ma l’istinto mi dice che non devo.
Jack Walch, manager di fama mondiale che stimo moltissimo, suggerisce di ascoltare con attenzione ciò che l’istinto ci dice, ed è proprio ciò che io intendo fare.
La decisione l’ho presa ma la sensazione di inquietudine non si è placata. Credo che abbia a che vedere con gli effetti che tale decisione comporterà, o meglio, con gli effetti che in questo momento io credo che tale decisione comporterà.
Sì, deve proprio trattarsi di questo, ed è qui che devo andare a lavorare.
Ho bisogno di chiarire cosa voglio realmente ottenere, e come posso ottenerlo attraverso scelte e decisioni che siano più vicine ed in linea con ciò che credo di poter sostenere. Se devo saltare, voglio che il terreno sotto i piedi sia quello ideale, e che al di là del fosso ci sia qualcosa di veramente speciale per me.
Non mi spaventa il rischio, non lo ha mai fatto, ma devo sapere che ciò che sto per fare mi convince al 100% anche se il risultato tutto è, meno che scontato.
Ok ci sono.
A questo punto ho le idee decisamente più chiare e l’inquietudine si è trasformata in entusiasmo e voglia di fare.
Grazie Livio, grazie per essere stato ancora una volta un buon coach.
"alcuni "cocchati" (non so mai come chiamare i clienti con cui faccio coaching, avete idee da propormi? ;-)),"
potremmo iniziare a chiamarli coachee…. magari col tempo riusciremo ad abituarci anche a questa parola che, al momento, suona così male! 😉
premessa: cocchati mi è più simpatico….
Ciao Livione, non è che tu sia stato chiarissimo (il tuo posto riflette il tuo stato, direi!!), ma ti posso dire che solo da poco ho capito che devo fidarmi SEMPRE del mio istinto…pena, pagare a volte caramente, altre meno, lo scotto.
E’ molto facile infatti farsi fuorviare dal cervello e dal calcolo quando ciò che "la pancia" ci dice non ci piace molto, ma io (specialmente dopo l’EW) mi ascolto sempre, è un allenamento costante e mi dà molte soddisfazioni!! Mi sto conoscendo (e, a volte sorprendendo) molto di più, quindi approvo la tua decisione, facci sapere com’è andata!!
PS: un abbracciotto ad Alice anche da parte mia!
Ciao Livio,
in quei casi ho imparato istintivamente a fare cosi:due-tre giorni vivo con una decisione e sento cosa m idicono cuore,stomaco,situazioni da vivere etc.Poi due tre giorni vivo con la scelta opposta e dalle differenze trovo la scelta.
E poi una volta un mio amico austriaco mi ha detto .Non importa cosa scegli ma falla diventare la scelta migliore…per me è diventato prima senti cosa vuoi con i due tre giorni e poi dacci dentro per farlo diventare la scelta migliore…
in gamba
leo