Ho voglia di andare a fare un giro a Udine

Sabato avrei dovuto essere impegnato in due corsi ma, non avendo ancora il dono dell’ubiquità, ho dovuto fare una scelta. Alla fine, io (con Fish e Gianluca) sono andato a Firenze per una convention, ed Alvaro, Andrea ed Alle hanno tenuto il corso per l’ospedale. I primi commenti dopo-corso di Alle sono molto positivi, hanno fatto un bellissimo corso. Mi spiace non esserci stato, e saluto tutti i partecipanti con l’augurio di conoscerci presto in una futura prossima occasione.
Un saluto lo rivolgo ovviamente anche a chi era presente alla convention di Firenze. C’era un bellissimo clima in sala ed è stato facile per noi entrare subito in sintonia. In bocca al lupo per il vostro lavoro.

“Chi non ha testa usa le gambe”, è quanto mi ha detto il ragazzo alla reception dell’albergo di Firenze quando sono tornato indietro a riprendere lo zaino con il computer che avevo lasciato al tavolo della regia. Eravamo appena entrati in autostrada direzione Bologna, quando mi sono accorto di non aver preso il pc.
Vi chiederete perchè scriva ciò nel blog… dopo aver preso in giro Pacci per i suoi “numeri”, mi aspetto senz’altro una ritorsione on-line, così, ho deciso di giocare di anticipo. 😉
Auguro a tutti una splendida domenica.

Ah, dimenticavo, vorrei condividere con voi un momento magico, ancorchè puramente onirico.
L’altra notte, a Firenze, ho fatto un sogno bellissimo. Ho sognato di essere a Udine (città a cui sono fortemente legato e che amo molto) in una giornata invernale, fredda ma con un bellissimo sole, nei miei ricordi, tipica di Udine. Camminavo per le stradine del centro ed ai lati c’erano delle casette di legno con tendine bianche dietro ai vetri delle finestre. Uno scenario di montagna. Io camminavo e mi sentivo felice, ma felice in una maniera pazzesca, tanto che piangevo dalla felicità e dicevo a me stesso che avrei voluto avere lì con me la mia famiglia ed i miei amici per condividere con loro quel momento magico.
Ho provato una felicità come non avevo mai provato prima in vita mia. Ero pieno, colmo… una sensazione indescrivibile.
Visto che il cervello non distingue cose vividamente immaginate da cose realmente vissute, mi sono svegliato con quella sensazione dentro, e me la porto con me anche adesso.