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Attualita

La storia che si ripete. Ma quando impareremo la lezione?

By Ottobre 21, 201116 Comments

Il colonnello Gheddafi è stato ucciso. Finalmente il mondo si è liberato di un altro dittatore sanguinario.

Questa frase è eloquiente. Annuncia un fatto, punto. Eppure, basta spostare una virgola per deformarne il significato.

Il colonnello Gheddafi è stato ucciso finalmente. Il mondo si è liberato di un altro dittatore sanguinario.

Penserai in prima battuta che la sostanza non sia cambiata, ma ti invito a rileggere questa frase con maggior attenzione.

Nel primo caso il finalmente si riferisce al fatto che il mondo si sia liberato di un dittatore. Nel secondo caso il finalmente si riferisce al fatto che Gheddafi sia stato ucciso.

Perchè ti scrivo questo? Perchè ancora una volta (era già accaduto con la morte di Osama Bin Laden) si sta celebrando l’omicidio di una persona. Non metto in dubbio che si trattasse anche in questo caso, di una persona che ha fatto del male a tanta gente, e che per questo meritasse una punizione severa, ma la sua morte non era necessaria ed è stata davvero barbara.

Le immagini esplicite della sua cattura e del trattamento riservatogli sono di una violenza inaudita. Sembrano le immagini (barbare anch’esse) di un bove portato al macello e ucciso nel peggiore dei modi.

Faccio difficoltà a condividere i commenti che ho letto in queste ore in merito all’accaduto. Non credo che ci sia motivo per gioire di un omicidio; ancorchè “a fin di bene”, è pur sempre un omicidio. Una piccola virgola spostata di una parola che però cambia sostanzialmente il significato della frase.

La Libia si è liberata definitivamente di un dittatore sanguinario, questo è l’evento rilevante di cui essere felici, ma non certo l’uccisione di Gheddafi, e non in quel modo. Purtroppo però è avvenuto, e non mi sento nemmeno di giudicare le persone che lo hanno braccato, stanato e… barbaramente ucciso. Bisognerebbe aver vissuto le loro stesse esperienze, aver vissuto gli stessi soprusi, e chissà quali altre ingiustizie per potersi permettere un qualsiasi giudizio, per questo mi astengo dal farlo. Ma noi, che usciamo a prendere l’aperitivo la sera, e ci lamentiamo (giustamente) dei nostri politici per lo stato di salute del nostro paese… non possiamo metterci a gioire di fronte a quanto è accaduto.

Lo abbiamo fatto ancora, la storia si è ripetuta. O siamo stupidi o, come personalmente credo, non abbiamo imparato la lezione. Qui sta il fatto. Ma quale lezione? Violenza chiama violenza. La storia cerca di insegnarcelo da… sempre.

L’uccisione del colonnello non era necessaria per ottenere libertà, democrazia, ecc. Bastava averlo stanato, arrestato e portato di fronte a un tribunale. La sua morte non era proprio necessaria se non a soddisfare una sete di vendetta e violenza che purtroppo non fa presagire nulla di buono.

Mi piacerebbe ora vedere una presa di posizione importante dall’intera comunità politica internazionale (e non solo), sulla crudeltà non necessaria dell’accaduto, e sul fatto che non c’è da essere felici per questo, ma per il fatto che finalmente il popolo libico potrà scegliere di vivere in democrazia. Ma sarà poi così?

Livio

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Join the discussion 16 Comments

  • Ale ha detto:

    Una persona che spara contro e uccide il suo popolo per una manifestazione di disagio non merita altro trattamento.
    C’è chi lo meriterebbe uguale per molto meno.

    • Livio ha detto:

      La vera forza, quella che sarebbe in grado di cambiare il mondo, sta proprio nel non cadere in questa trappola. Se ci comportiamo nello stesso modo dimmi: dov’è la differenza tra noi e loro?
      Comunque sia Ale, se mi trovassi costretto a usare violenza nei confronti di qualcuno, non credo che mi sentirei felice di farlo. Forse sarei felice del risultato finale, ma non dei mezzi che mi sono trovato costretto ad usare.

    • Luca Chiesi ha detto:

      Un saluto a tutti, e un grazie a Livio per le riflessioni su un argomento così scottante.
      Temo però che in molti, anche tra i commentatori, siano rimasti vittime di un enorme abbaglio: l’immagine di un personaggio sanguinario è stata creata ad arte dai mass media (di cui sappiamo bene da chi sono teleguidati), che si sono ben guardati anche dal divulgare le vere ragioni per cui è stato scelto di sprofondare nella guerra civile (e probabilmente peggio) un paese come la Libia.
      Gheddafi non aveva cariche pubbliche dal 1976, la sua era una semplice figura “carismatica”, che ha portato, giusto per dare alcune cifre, un paese dal circa 90% di analfabeti (prima che prendesse il potere) all’attuale 89% circa di alfabetizzati.
      Istruzione gratuita, prestiti senza interesse, era il paese meno indebitato al mondo (2010), sostegno statale alle famiglie in mille modi, sanità gratuita, finanziamenti statali per chi apriva una nuova attività e mille altre cose.
      Aveva anche costruito la più imponente opera idrica al MONDO con soli 25 miliardi di dollari, che permetteva l’accesso a tutti i cittadini libici all’acqua potabile. Sapete ora cosa ne è rimasto?

      Da notare che stava riunendo i paesi africani come mai prima d’ora (e si sa che che sono le divisioni forzate in mille particolarismi, fomentate a suon di denaro da parte di USA, Francia e Inghilterra in particolare che hanno reso vita facile alle multinazionali in Africa, per depredarla ed impoverirla alla radice, oltre a causare milioni di morti) con l’evidente obiettivo di salvarsi dal neocolonialismo imperante da parte dei Francia, Inghilterra e Stati Uniti; e stava (non lo avesse mai fatto!) per realizzare una nuova moneta africana basata sull’oro, e non sulla carta straccia come in tutti gli altri paesi del mondo. E voleva vendere il petrolio libico (si parla di miliardi di barili) con questa nuova valuta.
      L’ultimo che aveva parlato di vendere il petrolio non più in dollari, ma in semplici euro, nemmeno con un a nuova valuta, è diventato il nuovo “male assoluto” ed è stato trucidato come lui, oltre ad aver lasciato sul suo paese circa un milione e mezzo di civili morti, ad oggi. Senza contare i morti da uranio impoverito e tutto il resto che la democrazia esportata dall’occidente ha lasciato sul campo con l’evidente intento di estirpare completamente un popolo, non solo distruggerlo o conquistarlo.
      E prima ancora altri che avevano sollevato la questione monetaria avevano fatto la stessa fine, solo più rapidamente (un colpo di pistola o di fucile e via).

      E’ comoda giudicare una persona un dittatore quando CNN, CBS, Al Jazeera ecc. lo dipingono così; più interessante però è vedere le manifestazioni spontanee a suo favore che si sono svolte quotidianamente per mesi in Libia, filmate da blogger e operatori di ONG in quantità: un dittatore sanguinario non entra nel cuore della gente come era entrato lui in milioni di persone (su 6 milioni di libici, è un buon numero! La più grossa tribù libica, che conta 1,5 milioni di persone, era ed è assolutamente con lui, fino in fondo, tanto per dire).
      Il vero Gheddafi non lo conosceremo mai, soprattutto noi occidentali, e quindi è inutile provare a giudicarlo; ma la copertura delle nefandezze compiute prima da Francia e Inghilterra, poi dalla Nato e quindi dall’Italia, in barba ad ogni trattato internazione e anche al semplice diritto naturale la dicono lunga su chi sia il “cattivo”. Certo non era Gheddafi il PIU’ cattivo.

      Molto probabilmente i veri cattivi ora stanno ridendo dei tanti commenti sul Gheddafi sanguinario, barbaro, pazzo, ecc., che girano dovunque in questi giorni.
      E’ rivoltante, comunque, come si possa tranquillamente assistere alla uccisione a sangue freddo di un uomo (buonoo o cattivo che sia stato) senza rimanere perlomeno scioccati e senza avere nulla da eccepire. Vuol dire che …altro che un BEAUTIFUL DAY ci vuole, per questo….

      Scusami Livio per la prolissità, in futuro cercherò di non abusare più del tuo spazio. A presto, ciao!

  • Claudio Gilberti ha detto:

    Ciao Livio,
    come non essere d’accordo con le parole del tuo post! La crudeltà delle immagini che accompagnano questo fatto sono sconvolgenti.
    Credo che festeggiare l’omicidio di un uomo, per quanto possa aver fatto, sia abberrante in una società civile come la nostra. Già forse sta proprio qui il fatto, penso che ultimamente a livello globale sia venuto meno quel senso civico, che reputo fondamentale e che invece dovrebbe accompagnare ognuno di noi.

    Claudio

  • Roberto ha detto:

    Condivido le sensazioni che provi, e aggiungo che “noi che beviamo aperitivi” forse non dovremmo proprio intervenire in vicende che non possiamo comprendere e che non fanno parte del nostro vivere e vissuto. I motivi per cui si interviene non hanno nulla a che fare con la civiltà e la compassione, anche perché possiamo allenare queste virtù tranquillamente a casa nostra. Un abbraccio R.

  • Roberto Pesce ha detto:

    Ciao hermano,

    mi sono imbattuto per caso nel tuo tweet dell’articolo su Facebook mentre facevo altro, e se servisse un ennesima conferma di quanto siamo in sintonia e sincronismo eccolo servito!

    L’aspetto curioso è che nel titolo del tuo post parli del fatto che “la storia si ripete” e io ne avevo appena pubblicato uno sul mio blog con identico titolo anche se parlando di tutt’altro.

    La vera sintonia è però nella sostanza di quanto dici con cui concordo in pieno.

    Il punto non è quanto Gheddafi abbia o meno meritato la propria fine o quanto il mondo intero o la Libia staranno meglio da oggi in poi ma nelle reazioni di noi spettatori e di chi ci governa a vario titolo.

    Anche io sono rimasto stranito e agghiacciato dal barbaro spettacolo mediatico di questi giorni e dalle dichiarazioni pubbliche dei vari ministri e politici che si sono affrettati a compiacersi pubblicamente per la “morte del dittatore”, da notare che sono le stesse persone che solo 14 mesi fa lo accoglievano a Roma in pompa magna con tanto di baciamano e servili omaggi in serie.

    Per tutto il Medio Evo e fino penso al 1.800 le esecuzioni erano celebrate come eventi nella pubblica piazza, i boia considerati come delle mezze star e la gente accorreva numerosa portando persino i bambini ad assistere al macabro spettacolo dello scempio del corpo fisico del “cattivo di turno”.

    In poche parole, un apprezzatissimo pubblico show come già avveniva per le sfide truculente dei gladiatori nelle arene romane 2.000 anni fa o per il massacro dei cristiani divorati dalle belve nel Colosseo.

    Pensavo ci fossimo decisamente evoluti rispetto a quei tempi, è triste constatare che non è esattamente così.

    Aldilà di ciò che una persona ha fatto in vita, almeno pubblicamente esternare una maggiore umanità e compassione non guasterebbe.

    Roberto Pesce

    • Livio ha detto:

      Ciao bro,
      non mi sorprende ciò che hai scritto, e non mi sorprende nemmeno la straordinaria “coincidenza” nella scelta del titolo. Siamo decisamente in sintonia e allineati con i valori… dopo tutti ‘sti anni insieme d’altronde! 😉
      Nonostante siamo caratterialmente diversi, mi fa impazzire questa “fusione profonda” tra di noi.

      Ma torniamo ai temi del post.
      C’è proprio bisogno che si risvegi nella gente la consapevolezza del potere della compassione, dell’amore, del persono e della gratitudine. Parlo di risveglio perchè c’è stato un momento in cui tutti noi eravamo principalmente delle sorgenti di amore, compassione gratitudine e perdono.
      E allora prepariamoci per questo prossimo BEAUTIFUL DAY, perchè parleremo proprio di questo.
      Dau bro, c’è tanto da fare ma sarà bello farlo insieme.

  • Mercedes ha detto:

    Questa mattina ho visto una foto su repubblica dove c’era lui e attorno degli uomini con una espresione nel viso tra affascinati, estasiati, eccitati, e mi sono chiesta quale inferno avranno vissuto loro, i loro bambini, che noi da qui non possiamo neanche lontanamente immaginare, per avere quella espressione accanto ad un corpo massacrato.

    Ho letto anche alle dichiarazioni del nobel americano della pac,
    e quelle dei politici itailani che si dichiaravano amici del dittatore fino a poco tempo fa’.

    Poi trovo il tuo articolo e sento sollievo nel rispecchiarmi.

  • Antonella ha detto:

    “Con la violenza puoi uccidere colui che odia, ma non uccidi l’odio. La violenza aumenta l’odio e nient’altro.”
    ‎…io penso che davanti a questi orrori bisogna cmq fermarsi a riflettere…..anche quando la “vittima” è un “dittatore” e un “carnefice”…….e scusate se a volte il mio animo non riesce ad andare oltre la rabbia…….

  • giovanna isabella ha detto:

    Io ti rispondo in un modo che forse ti stupirà , ma ti assicuro che se tu avessi la possibilità di “guardare” da un’altra parte , vedresti una marea di persone che hanno lo stesso pensiero che tu hai espresso , anzi , che ritengono che sia addirittura superfluo puntualizzare tutto ciò , per quanto è scontato .

    Personalmente , se avessi un blog , avrei agito in modo leggermente differente da come lo hai fatto tu .

    Avrei , per esempio , scelto di non usare nessun tipo di immagini , oppure , ripensandoci meglio , avrei ” approfittato dell’opportunità ” , per ridare dignità ad un corpo così profondamente umiliato e deturpato , usando una foto che lo ritrae da vivo …

    Però siamo tutti esseri unici ed irripetibili … no ?

  • giovanna isabella ha detto:

    In effetti , riflettendo sempre di più su tutto questo , mi ritrovo a guardare sempre più insistentemente da un’altra prospettiva : il terremoto in Liguria , l’uccisione di Gheddafi , il nubifragio a Roma , gli scontri , sempre a Roma , tutto a così poco tempo di distanza …

    E se fossimo tutti chiamati ad “usare lo zoom ” e guardare , finalmente con occhi diversi , quello che sta accadendo intorno a noi ? E su tutto il pianeta ?

    E se la Vita stesse cercando in tutti i modi di dirci qualcosa che noi “non sentiamo” ? Se stesse in tutti i modi cercando di farci vedere qualcosa che noi “non vediamo ” ?

    Certo , ci vogliono “occhi per vedere ” e “orecchie per udire ” … tutti ne siamo provvisti e forse ” la storia si ripete ” proprio per darci la possibilità di incominciare a farlo , finalmente …

  • Alice ha detto:

    Buongiorno 🙂
    Sono d’accordo con chi di voi ha detto che non si può capire fino in fondo la reazione di un popolo straziato da anni e anni di soprusi e ingiustizie, non si può giudicare, ma condivido altrettanto l’opinione di chi ritiene che l’errore sia nella diffusione della notizia, nel modo in cui (almeno in Italia) vengono riportati questi crudi avvenimenti. Lo show del sangue, della violenza e dell’ira, l’esaltazione della vendetta… ho appena letto un post su internet che parlava della diffusione di un video in cui Gheddafi viene violentato con un bastone… ma a cosa dovrebbe servire vedere un video del genere??? La diffusione di queste testimonianze a cosa porta??? E’ pur vero che mettere in evidenza il “bello” della questione (la fine di una dittatura, le prospettive di una nuova democrazia, di un nuovo capitolo di storia) potrebbe stimolare qualche riflessione di troppo… iniziassimo a chiederci come potrebbe essere un Italia diversa da quella attuale, potrebbe essere un problema per qualcuno… allora meglio di no, meglio che gli schizzi di sangue ci accechino!
    Ho seri dubbi sull’intenzione della comunità politica internazionale di condannare la crudeltà dell’uccisione di Gheddafi. Il fatto che finalmente il popolo libico potrà scegliere di vivere in democrazia non è per molti un motivo sufficiente a giustificare le dispendiose missioni militari, i ragazzi morti sul campo, la paura che deriva dalle minacce terroristiche! La violenza che abbiamo visto scatenarsi su quel corpo è per tanti uno sfogo, la giusta vendetta, vedere quelle immagini appaga il senso perverso di giustizia di tante persone… il concetto della violenza che chiama violenza non è così diffuso, purtroppo.
    Quella virgola che cambia il significato del discorso, che sposta il peso del messaggio, è uno dei tanti giochi mediatici, no? Ho sentito più volte in queste 24 ore telegiornali che parlano di un omeopata che ha “ucciso” il figlio nel tentativo di curarlo con i suoi rimedi naturali. In occasione del referendum ce ne siamo resi conto in tanti che siamo stati invitati ad andare al mare dal TG.
    Il risveglio delle coscienze è il rimedio nel quale ripongo più speranza, risveglio individuale o di piccoli gruppi, risveglio che dovrà superare i sabotaggi mediatici, che dovrà portare ogni individuo ad uscire dalla routine della violenza dei nostri giorni, dall’indifferenza e dal disinteresse… torno nuovamente a riflettere sul concetto di responsabilità (ne abbiamo parlato recentemente sempre qua, nel tuo blog), unica via per la libertà e motore del cambiamento.
    Livio, l’unica cosa che non mi piace di questo articolo è la scelta della foto. Per il resto ti ringrazio come sempre per la condivisione del tuo pensiero!
    Un caro saluto e buona domenica 🙂
    P.s.: oggi un incidente ha stroncato la vita di Marco Simoncelli, uno dei campioni italiani del MotoGP… un pensiero profondo rivolto a lui, ventiquattrenne gioioso.

    • Livio ha detto:

      Ciao Alice, ho scelto di mettere questa foto, dopo averci pensato su un bel po’. Non era mio obiettivo ricordarlo da vivo, ne nascondere quel che è successo. Il mio obiettivo era soprattutto esprimere forte disaccordo per l’atteggiamento di giubilo associato alla morte di Gheddafi.
      In questo contesto, una foto “forte” come quella che ho usato ci stava, e l’ho messa! Guardo quella immagine e, nonostante si tratti di un sanguinario, non riesco a gioire. Per niente.

      • Alice ha detto:

        Obiettivo pienamente raggiunto, anche solo con il testo, sei fenomenale in questo 😉
        Neanch’io gioisco nel vedere un sanguinario massacrato, nonostante ciò quella foto a mio personalissimo e soggettivissimo parere è un po’ troppo “rossa”… tutto qua 🙂
        Baciiiiii

  • DEBORA ha detto:

    io sono pienamente d’accordo con te Livio; in questo mondo di violenza ce n’é troppa e il risultato é fin troppo evidente; penso a 40 anni fa quando si celebrava l’amore e il boom economico. forse sono in relazione. La violenza porta all’esasperazione mentre l’amore porta al boom; non intendo amore come sesso libero ma come compassione e unione del mondo che dovrebbe essere nostro e da noi difeso mentre lo violentiamo in ogni secondo della giornata. Ciao
    Debora

  • Rosalba ha detto:

    Era temuto come la dea khalì, che puo’ dispensare morte e vita. Non è stato ucciso l’uomo Gheddafi, bensì il dio Gheddafi, che fino ad allora sembrava invincibile, intoccabile, irraggiungibile e immortale. Allora hanno provato ad ucciderlo, e ci sono riusciti, temendo anche che risorga.

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