La teoria dell’iceberg

Mai sentito parlare della teoria dell’iceberg? La si usa di solito per spiegare che spesso, ciò che si vede in apparenza, rappresenta solo una piccola parte di un insieme molto più grande che però non si vede, è nascosto, proprio come nascosta è la parte sommersa nell’acqua dell’iceberg che rappresenta circa il 90% dell’intera massa ghiacciata.

Ciò che noi vediamo in tv dello sport, ad esempio, è molto spesso solo la parte emergente dell’iceberg. Esiste un mondo sommerso, che non si vede ma che lavora per quella piccola parte che emerge dall’acqua e che noi tutti applaudiamo.
Parlo di ciò perchè oggi ne ho avuta l’ennesima conferma. Sono stato a Monza, all’autodromo, per fare lavoro di coaching con un giovane e promettente pilota di formula 3. Ovviamente sono stato nei paddok dove i vari team hanno uno spazio dedicato che adibiscono ad officina, hospitality, etc. E’ incredibile il lavoro che c’è dietro. Per 2h e 1/2 circa di pista (tra prove libere, qualifiche e gara) ci sono giorni interi di lavoro di un team di una quindicina di persone. Dovreste vedere che roba e che organizzazione.
Ci sono dei TIR e dei camper che sembrano della villette di gran classe, camion adibiti a ristoranti ed altri ad officine super attrezzate e tecnologiche. C’è tutto un mondo enorme e complesso che gira attorno ai motori e che non si vede. L’unico modo per comprenderne l’entità è frequentarlo. L’unico modo per capirlo è viverci un po’ dentro, annusarne gli odori e percepirne le sfumature. Oggi ho conosciuto un po’ più in profondità quella parte di iceberg che normalmente si nasconde sotto l’acqua dell’immenso mare dell’automobilismo ed è stato particolarmente stimolante.