Oggi pomeriggio ho avuto una coaching sul campo da golf. A parte la giornata strepitosa che sembrava di stare in primavera inoltrata, riflettevo su uno dei punti sul quale mi capita spessissimo di dover fare lavoro in ambito sportivo: l’accettazione. Mi riferisco alla capacità di saper accettare l’errore e la sconfitta.
Spesso gli sportivi, soprattutto quelli di alto livello e tecnicamente dotati, hanno difficoltà a gestire i momenti in cui sbagliano, quando le cose non gli riescono come vorrebbero. Commentano ogni punto perso o errore fatto e di conseguenza si deconcentrano, anzi peggio ancora, dovrei dire che si concentrano sulle cose sbagliate e si mettono in uno state disfunzionale e depotenziante.
Partiamo dal presupposto che non esiste la perfezione e che quindi nell’economia di una gara, di qualunque sport si tratti, rientrano punti persi e punti vinti, colpi ben giocati e colpi mal giocati, fortuna e sfortuna ecc.
Di solito vince chi riesce a chiudere il bilancio in positivo e/o in modo migliore rispetto l’avversario e non chi gioca alla perfezione senza commettere un solo errore.. Anche a Tiger Woods capita di sbagliare dei colpi tutto sommato facili o di perdere da golfisti meno capaci. Roger Federer, dopo una striscia di 41 vittorie consecutive ha perso ieri al primo turno del torneo di [url=http://www.atptennis.com/1/en/home/] Indian Wells [/url] contro Canas (lucky loser del torneo di qualificazioni)…voglio dire che se capita a Federer può capitare a chiunque. La questione è che bisogna essere in grado di saper accettare i propri errori se si vuole superare i propri limiti. Accettare aiuta a cambiare e migliorare.
Fondamentale è comprendere che accettare un limite non significa rassegnarsi. SOno due concetti ben diversi.
Oggi ho lavorato molto sul far comprendere a Marco (il golfista) che si può fare un ottimo score anche con colpi non eccellenti o buche giocate male. La cosa importante è riuscire a rimanere in uno state positivo e focalizzato sul “prossimo colpo” e non su quello già giocato.
Ciao Livio,
tema fondamentale!
Come dici tu il "saper accettare" è caratteristica dei campioni il che è molto interessante e indicativo.
Valentino Rossi è maestro in questo:l’anno scorso sulla caduta decisiva nell’ultima gara per il titolo mondiale ha dichairato che i supereroi esistono solo nei fumetti…..e quest’anno nel prendere la "paga" dalla Ducati ha detto che non gli resta che lavorare sodo…grande !
Roger Federer anche è un bel esempio di accettazzion e infatti è maestro nel girare match che ha quasi perso con match point a favore degli avversari.Non si preoccupa di perdere e è pronto a sfruttare i nervi degli avversari che stanno per batterlo.
Andre Agassi che ha avuto la fortuna di giocare molto e quindi maturare molto ha dichiarato che con il tempo ha imparato che non è importante giocare perfetto tutti i giorni ma che "a volte basta giocare un pochino meglio del tuo avversario, quel giorno lì…."
grande Agassi
Ciao Livio, torno a scriverti dopo in pò di tempo anche se ho sempre visitato il sito che è diventato come un Buongiorno per me.
Questo tuo post mi ha fatto pensare molto, ha scaturito in me una forma di analisi personale.
Mi sono portata questo post dentro, guardando veramente nella pate più profonda ed ho notato che è riaffiorato un ricordo che credevo non tornasse a riproporsi mai più.
Si tratta di un ricordo Doloroso che pensavo d’aver superato totalmente ma mi sono accorta d’averlo messo solo da parte per continuare il mio cammino.
Mi chiedo come mai la mente vada a recuperare immagini e situazioni che diciamo avevi "dimenticato".
Ho fatto tanta strada da allora ma ora mi stò rendendo conto che questa situazione mi ha lasciato dei "Danni", come posso riparare questi flash che compaiono e che riportano a galla tanto dolore??
Ti abbraccio e ti ringrazio Francesca