Oggi mentre ero in palestra ad allenarmi non sono riuscito a fare a meno di ascoltare una conversazione tra due persone vicine a me. Discutevano di come molte persone non si accontentino di ciò che sono e di ciò che hanno. Vogliono di più; sempre di più.
Ascoltando, ho iniziato a ragionare sullo stesso argomento cercando di comprendere “il Livio Pensiero” a riguardo.
Il mio stesso lavoro di coaching spesso si traduce nello insegnare alla gente ad apprezzare di più se stessi e ciò che la vita riserva loro quotidianamente. Più si è in grado di fare ciò e maggiore è il livello di felicità.
Sai cosa penso? penso che l’infelicità si misuri attraverso la differenza tra ciò che noi siamo e ciò che vorremmo essere; tra ciò che noi abbiamo e ciò che vorremmo avere. Tanto maggiore è il “gap” quanto più grande è il livello di insoddisfazione, e colmare il gap significa rendersi felici.
Lo penso davvero.
Tuttavia, penso che l’insoddisfazione faccia parte della natura umana e che sia assolutamente funzionale. Una buona dose di insoddisfazione nella vita ci vuole.
Ragionavo sul fatto che se così non fosse stato nella storia dell’umanità, oggi forse non potrei stare qui a scrivere sulla tastiera di un computer; se qualcuno un giorno non si fosse stufato della fioca luce di una candela oggi forse non esisterebbe l’illuminazione elettrica. La storia dell’umanità è stata scritta, nel bene e nel male, da persone che non erano soddisfatte della realtà che li circondava e hanno cercato di cambiarla.
L’insoddisfazione rende l’essere umano attento, curioso e ambizioso. Ci motiva a cercare nuove strade e a creare nuove realtà.
E’ cosa buona cercare la propria felicità, ma contestualmente bisogna accettare il fatto che l’insoddisfazione e l’infelicità, in giuste dosi, faranno sempre parte della nostra vita… fortunatamente!
Mi pare che con una lucida sintesi lei abbia focalizzato perfettamente e ragionato in modo costruttivo su questo pesante problema dell’umanità. Non mi resta che complimentarmi con lei.
e su questo do atto !!!!!!!!!!!!!
Io invece dico un’altra cosa Livio, quello che tu chiami insoddisfazione è un’altra cosa. Mi spiego meglio…quello che ha portato l’uomo a migliorarsi sempre è quell’anelito che porta a risolvere una situazione, un problema un’esigenza. L’insoddisfazione può essere un punto di partenza ma poi dipende sempre da ognuno di noi trovare la forza di trovare le soluzioni e migliorarsi, perchè ci sono sempre quelli che quando sono insoddisfatti di una cosa, non fanno nulla per migliorarsi, anzi si crogiolano nei loro problemi e fanno le vittime. Non è vero? E il tuo lavoro di coaching ti porta a trovarti spesso a che fare con queste situazioni, ma grazie alla tua bravura cerchi riesci a far tirar fuori il meglio di se alle persone che incontri e fare della loro insoddisfazione un motivo per automigliorarsi!!
Complimenti Livio!!!!
ciao Livio,allora io sono di questa opinione:
noi abbiamo tutto dico tutto(in molti paesi poveri non anno nemmeno l’acqua ecc)
tutti noi anno 2 cellulari-2 macchine-poi non parliamo delle ferie che appena si può la gente fai il FINANZIAMENTOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!…Cosa vi lamentate a fare.
Grazie Livio
ok io penso che se uno vuole riesce ok, ma non sempre io penso di essere una persona positiva che vede la luce anche nell buio assoluto, ho avuto neglio ultimi anni una insodisfazione dietro l altra ho sempre lottato ma cio nonostante sono in braghe di tela mi sto rialzando ma a volte non e che uno si vuole crogiolare nell insodisfazione ma se uno non ha possibilita di emergere e le prova tutte leggi banche e quanto altro che fa puo essere prpositivo ma senza pecunia non si muove nada
io potrei seguire il corso di coach ma nonostante io sia propositivo mi manca la parte che mi permette di ragiungere la meta non ho una scialuppa e nessuno te la butta a mare o impari a nuotare se non sei capace come me o anneghi
L’insoddisfazione.. io credo che sia (come è stato accennato) insita nell’uomo. In qualche modo, si tratta di un anelito ancestrale che mai verrà colmato. Qualcuno diceva che la felicità sia la cessazione di un dolore, di una sofferenza (e in qualche modo, non è molto dissimile da quanto sopra esposto circa la insoddisfazione.. ).
Esiste una cosa, chiamata scala di Maslow (dall’economista che la ideò)… in qualche modo si può vedere questo concetto come una piramide, dove la base sono i bisogni più impellenti e primari di un essere umano (cibarsi, proteggersi) e i livelli più alti, bisogni sempre più “elevati” che vanno dal bisogno di una famiglia, una casa, fino all’autosoddisfazione personale, l’autoaffermazione, la stima degli altri… lo studio di Maslow lo porta a dire che non vi è un vero e proprio limite a questo, e che in fondo l’uomo per sua natura è portato a soddisfare i propri bisogni, e una volta soddisfatti quelli di un livello, subito l’insoddisfazione per il successivo, e questo non consente una vera soddisfazione.. e questo ciclo è pressoché infinito..
..io credo che questo, spieghi molti suicidi tra persone apparentemente “Molto ricche” e all’apice del successo…
come i famosi Kurt Cobain, James Dean e tanti altri ancora.. ragazzi giovani, con tanti soldi, successo, donne, in pratica avevano soddisfatto ogni livello… ma questo li portava a non avere più alcun “livello” da soddisfare.. o quantomeno, nessuno visibile!
Sant’Agostino diceva che l’uomo ha un vuoto incolmabile, infinito e che solo l’infinito (amore di Dio) poteva colmarlo… e che questo insito anelito fosse pensato da Dio perché l’uomo fosse (nella sua libertà) portato a cercarlo per potersi davvero sentire soddisfatto. Questo accadde allo stesso Agostino, che era un importante professore, oratore, politicante, all’apice del successo, ma alla fine trovò completa soddisfazione solo dopo la sua conversione…
Tutto questo fa riflettere.. io credo che possa esserci realmente qualcosa di sensato nella teoria Agostiniana…
Sono d’accordo con questa sintesi. L’uomo no sarà mai contento. Questa caratteristica è nella natura dell’uomo e non si puo evitare; è la maledizione dell’uomo! Tutti siamo insoddisfatti, alcuni di meno, alcuni di piu. Abbiamo (per esempio) un cellulare, poi compriamo un altro e un altro….Tutti cerchiamo la felicita ma non sappiamo neanche cosa ci rende felici. Penso che la felicita si trovi nelle cose piccole non necessariamente materiali.
Quando dice che l’insoddisfazione faccia parte della natura umana,viene d’incontro all’idea principale di un piccolo lavoro in cui sto lavorando, chiamato “HOMO INSODISFATUS”.
Gazie per la sintesi di pensiero!