Siamo in periodo natalizio e come ogni anno cominciano ad arrivare email di auguri di ogni tipo. Alcune sono pallose, scontate e/o di cattivo gusto, altre invece sono eleganti, discrete e/o divertenti.
Personalmente non amo molto gli auguri stereotipati e non personalizzati ma alle volte ne arrivano alcuni davvero belli.
Oggi, ad esempio, Alle mi ha girato una mail molto carina che non ha a che vedere con il Natale ma può essere interessante per chi “bazzica” nel mondo del coaching sportivo.
Ve la ripropongo. Si tratta di un divertente aneddoto tratto da un libro di Jorge Valdano. Buona lettura.
Hugo Arduzzo, allenatore dello Sportivo di Las Parejas nel 1973, era
dotato di un’ottima dialettica, ma non aveva idee. Peggio ancora, aveva
idee pessime.
Il suo principale errore consisteva nel rifarsi a César Luis Menotti
senza avere nella sua squadra gente come Passarella, Kempes, Maradona.
Durante una riunione tecnica portò la sua confusione al massimo grado.
Era ormai da una decina di minuti che il suo monologo cominciava a
sembrare troppo lungo, ma lui continuava. In piena emoraggia verbale,
piantò gli occhi sul Negro Cardoso, terzino destro di una quarantina
d’anni, vecchio eroe del paese che aveva chili, varici e buon senso in
eccesso.
“Tu, Cardoso”, gli disse Arduzzo “devi dimenticare la tua posizione.
Oggi abbiamo bisogno di te per un compito più ambizioso. Devi sfruttare
la fascia destra in tutta la sua estensione, fino a trasformarti in ala.
Quando la nostra squadra recupera il pallone, tu immediatamente scatti
come un fulmine in avanti”.
Il Negro Cardoso lo riportò con i piedi per terra con una manciata di
parole: “E a che ora ritorno?” domandò.