Così come sono.

Stamane ho fatto una coaching, l’ultima del 2006, e sono molto soddisfatto. Abbiamo lavorato sulla gestione del denaro e sulla programmazione.
La fortuna di fare coachng è che mentre spieghi agli altri parli anche a te stesso, o quantomeno a me succede così. Spesso faccio lavoro su di me proprio mentre lavoro con qualcun altro.

Come sono cambiato in questi anni. Un tempo pensavo che per essere un bravo coach bisognasse essere praticamente perfetti, non avere problemi di sorta. La vita però mi ha insegnato che la perfezione non esiste ed oggi dubito fortemente di chi si propone come tale.
Sono conscio di avere molti difetti e di avere costantemente cose da migliorare, e a dirla tutta ne sono anche orgoglioso.
Sono orgoglioso dell’impegno che metto nel cercare di venire a capo delle mie difficoltà.
Sono orgoglioso per tutte le volte che ho fallito e ci ho poi riprovato.
Sono orgoglioso per tutte le volte che ho avuto il coraggio di chiedere scusa ed ammettere i miei errori.
Sono orgoglioso per tutta la passione che metto nel cercare di essere di aiuto agli altri nella loro sfida continua con la vita.

Non mi disturba più l’idea che gli altri possano vedere le mie debolezze ed imperfezioni. Tanto, che io lo voglia o no, ci sono; sono lì e il mondo le vede.

Ciò che osservo delle persone per farmi un’idea sul valore dell’individuo, non sono tanto le debolezze, le paure, le difficoltà o i difetti, ma piuttosto il modo in cui si rapportano ad essi. Qual’è il loro impegno nell’affrontare e superare tali sfide.

Ah, dimenticavo. A gennaio è confermato che ci sarà il Beautiful Day… Chi vuole esserci?