L’arrivo di Pacci in azienda mi sta obbligando a confrontarmi con i miei limiti ed a colmare quelle lacune che mi impedivano di fare un importante salto di qualità. Tra chartine di Power Point e Modellini in Excel mi sta conquistando ogni giorno sempre di più. Bravo Pacci.
Ho appena finito di preparare “un modellino” per monitorare i risultati delle coaching ed ora mi accingo a prepararne un altro con i miei obiettivi per il 2007.
Nello stesso tempo sto pensando a come far si che Ekis possa diventare nel giro di 4-5 anni una realtà da giù di testa.
La mia mente sta correndo a 1000 all’ora e sto maturando sempre di più la convinzione di riuscire a creare un’azienda speciale, dinamica, ambiziosa e capace, fatta di persone speciali ed impegnate a fare la differenza, ancora più di adesso.
Amo tutto ciò. Amo aver chiaro dove voglio andare, come arrivarci e come coinvolgere le altre persone in un’avventura mozzafiato.
Ciao Livio
vorrei sapere cosa pensi degli psicofarmaci.
è purà curiosità, per ora non gli prendo.
ciao ciao
Caro Franco,
la tua domanda è troppo vaga per poterti rispondere precisamente.
Inoltre non sono medico e non ho le competenze per poter disquisire in termini appropriati degli effetti (desiderati e non) di uno psicofarmaco. Parto dal presupposto che nulla è male o bene per definizione, dipende sempre dall’uso che se ne fa e dal contesto e/o situazione in cui ci si trova.
Personalmente cerco di tenermi lontano dalle medicine il più possibile per più motivi:
– sono prodotti chimici,
– hanno spesso effetti collaterali indesiderati,
– richiedono spesso tempi lunghi di smaltimento,
– spesso creano dipendenza (fisica e/o psicologica,
– il più delle volte non sono necessari,
– non voglio entrare nel meccanismo. "tanto poi basta prendere la pillolina,,," e deresponsabilizzarmi circa la mia salute.
Sono a favore del detto: "prevenire è meglio che curare", e quindi ho scelto di vivere seguendo abitudini alimentari e di vita piuttosto sane, ma bisogna tenere in considerazione che ci sono dei casi in cui la cura diventa necessaria.
Per intenderci, mia figlia non ha mai preso un antibiotico e la seguiamo in termini preventivi con l’omeopatia, ma se fosse necessario non esiterei un attimo a sottoporla a cure mediche e/o farmacologiche. Tutto sta nell’individuare dove sta per ognuno di noi la linea di confine tra la necessità e il superfluo.
Non mi piace l’idea di pormi in maniera rigida contro o a favore, preferisco pensare che dipende dalle situazioni.
Grazie per la risposta
Ciao