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Attualita

I bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro.

By Dicembre 4, 2006One Comment

Non sono mai stato un tele dipendente, e ne sono fiero. Da ragazzino preferivo uscire con gli amici piuttosto che stare davanti alla tv. Andare in bicicletta, giocare a palla, a nascondino, con le cerbottane, con i fucili a elastici, con le biglie ecc.
Al tempo non c’era ancora la Play Station e neppure il Game Boy. Quando comparsero il Commodore Vic 20 e il più evoluto 64, preistorici ma già abbastanza seducenti, per mia fortuna cominciai a giocare a tennis a livello agonistico, preferendo ancora una volta il gioco reale a quello virtuale.
Dall’89, anno in cui uscii di casa per cominciare la mia avventura professionale, la televisione perse il confronto con la lettura. Il lavoro accrebbe incredibilmente la mia fame/curiosità di sapere e più leggevo e più mi sentivo ignorante; e più mi sentivo ignorante e più aumentava il mio bisogno di leggere e conoscere. Sta di fatto che di tv ne ho vista ben poca.
Non credo che la tv sia un buon strumento educativo, anzi, credo proprio il contrario. Forse è ottimo per informare ma non per educare. Davanti alla tv ci si rincoglionisce nel vero senso della parola. La tv ipnotizza e crea condizionamento, che di per sè non ha nulla di negativo, se non fosse per i messaggi pubblicitari che ci vengono propinati e per la pochezza dei contenuti delle trasmissioni attualmente più in voga.

Mia figlia ha quasi quattro anni e non sa chi siano le Braz e le Wings (si scrive così?), i Dragon Ball o i Power Rangers e sapete cosa? Cresce bene comunque, anzi, io credo meglio. Preferisco avere a che fare con lei tutto il pomeriggio piuttosto che “posteggiarla” davanti allo schermo della tv.
Gioca con i Lego, disegna, balla e aiuta la mamma in cucina. Ha anche imparato a fare il pane. Preferisco portarla in palestra con me e farla correre e giocare con la palla.

Non voglio fare una campagna contro la televisione in assoluto ma credo che, specialmente per i bambini, sia sconsigliabile. L’idea che mia figlia si addormenti guardando la tele mi agghiaccia. Oltretutto, conosco bene lo stato di trance in cui un individuo si trova in quei momenti e non voglio che, specialmente prima di dormire, le vengano instillati messaggi “commerciali” o comunque non idonei ad un bambino. Preferisco portarla a letto io, leggerle una fiaba (quelle dei fratelli Grimm sono straordinarie) o raccontarle qualcosa di significativo e/o evocativo riguardo i suoi nonni, zii e cuginetti. Recitare insieme una preghiera, darci il bacino della buonanotte e spegnere la luce.

Credo che il mondo dei bambini debba essere diverso da quello degli adulti. E’ nostro dovere di genitori difenderli e preservarli da chi, ogni giorno per puro interesse economico, cerca di arrivare a loro in ogni modo.

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Tratto dal libro “Volevo dirti che è Lei che guarda te” di Paolo Landi. Ed. Bompiani:

“Una delle frasi fatte più difficili da smontare, spacciata per di più come un’ultimissima conquistra pedagogica, è quella che sostiene di non lasciare mai un bambino da solo davanti alla tv. A pochissimi viene in mente che non è la sua integrità morale a preoccupare i responsabili dei palinsesti. E’ che la pubblicità esige che ci sia almeno la mamma con lui, o comunque un adulto con potere d’acquisto.
E’ la tv che guarda noi, infatti ci ha già fotografati, inseriti in fasce d’età, collocati in aree di reddito, raggruppati in categorie, divisi in serie ecc.
I programmi’ deboli pretesti per sostenere i sempre più frequenti stacchi pubblicitari, le televendite, le promozioni, le sponsorizzazioni. In mezzo a questo vuoto di contenuti e a questo pieno di merci, di ogni tipo, i bambini sono ostaggi di educatori e psicologi che tentano di giustificare strategie di marketing neppure troppo mascherate, delle quali diventano spesso inconsapevoli strumenti.

Perchè i bambini non hanno bisogno della televisione. E’ la televisione che ha bisogno di loro.”

Livio

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  • Gianni ha detto:

    Senza contare poi che siamo sotto Natale, il periodo dell’anno di pubblicità più accanite proprio sui bambini.
    Un esperto di PNL come te non farà fatica a notare tutti i modi subdoli di persuasione di menti come quelle dei bambini, che hanno meno barriere e sono più facili da condizionare.

    Perché i pubblicitari sono furbi, hanno capito che la tattica del "convinco il genitore a comprare questo giocattolo" non pagava abbastanza, e anni fa l’hanno sostituita col "convinco il bambino a volere il giocattolo, e ci penserà lui a convincere il genitore"… ed è proprio questo a rendere il Natale il periodo più redditizio dell’anno.
    Possiamo chiamare questa operazione in molti modi: sciacallaggio, persuasione occulta… in fondo però è solo la legge del mercato. Niente di diverso da quello che vogliamo noi.

    Il titolo del tuo post è molto condivisibile: "I bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro". Io aggiungerei: "quello che passa in televisione non è altro che uno specchio di quello che siamo". Agghiacciante? Sì, ma bisogna saperlo.

    Allo stesso modo in cui ci si scaglia spesso contro la politici e la politica, scordandosi che "in una democrazia, raramente i governanti sono peggiori dei governati", ci si scaglia contro la TV, scordandosi che prima di fare certi programmi e costruire certe pubblicità, fanno delle indagini accuratissime su di NOI, perché i programmi e le pubblicità ci assomiglino il più possibile.

    Tutto ciò detto, un saluto caloroso a te e alla tua bambina. E’ bello leggere quello che scrivi quando parli di lei, e del vostro rapporto. Siete due persone fortunate.

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